sabato 11 dicembre 2010

PROMESSE CONIUGALI (ovvero una storia lumbarda del XXI secolo in XIV capitoli al fin di smontar quell’ebete del manzoni)



Lucia, casta e virginea fanciulla bergamasca, fidanzata con Renzo, giovane comasco ricamatore in una losca azienda di cinesi a Lodi, nonchè latente omosessuale innamorato del vecchio parroco del suo paese, tale Ambrondio, viene rapita da Rodericus, pornodivo e culturista norvegese, che la porta nella sua villa sul Lago Maggiore dove passano notti indimenticabili.

Mentre Lucia e Rodericus giocano a twister a letto, Renzo, accompagnato dai suoi due amici Cassius e Mentula, nottetempo cerca di infilarsi nella canonica per soddisfare le sue malate bramosie, ma Ines, la mamma di Lucia, vecchia ex prostituta d'origini andaluse, preoccupata più delle tendenze del futuro cognato che del rapimento della figlia lo pedina.
Scopertolo a brache calate davanti al letto di Ambrondio, lo mette in fuga con un coltello a serramanico, e Renzo prende la strada di Milano per evitare l'evirazione.

Con Renzo in fuga, Ines si rammenta della sua povera Lucia, sempre intenta a scoprire nuovi mondi dell'eros, e decide di fare un salto da un suo vecchio cliente, Cristobal, padre gesuita di Coimbra, noto puttaniere in gioventù, perchè vada a parlare con Rodericus. Il vecchio padre, oramai sifilitico, accetta di buon grado e giunge nella villa neoclassica del pornodivo norvegese. Qui, mostrandogli il suo corpo disfatto dal mal venereo, lo convince a lasciar libera la fanciulla, non più casta nè virginea, e insieme si muovono verso Monza, per cercar di raggiungere il fuggitivo Renzo.

Renzo, giunto a Milano, incontra un gruppo di punkabbestia a Porta Genova e, viste le sue inclinazioni, fa subito "profonda amicizia" col capo, Borromea, transessuale di Fortaleza chiamata nel giro "O Cardinal" per il suo amore per gli abiti talari rossi. Nel frattempo Lucia e il sifilitico Cristobal, stanchi del cammino, si fermano a Monza nel monastero di Frau Gertrud, vecchia mistress bavarese, non sapendo a cosa vanno incontro.

Renzo passa una settimana tra notti all'addiaccio in Stazione centrale e furtarelli a negozi di cinesi e squallidi ipermercati di periferia, fino a quando una notte confessa il suo amore a Borromea, ma il viados gli confessa che il suo cuore è già di un altro... il nostro povero ricamatore in lacrime fugge disperato e vagando per losche strade di periferia giunge in zona San Siro.

Intanto a Monza Lucia subisce per una settimana le sevizie della sadica Gertrud ("attenzioni" che alla nostra fu casta e virginea fanciulla parvero piacere assai) ma Cristobal, stufo che nessuna monaca lo badasse, chiama il suo vecchio amico d'infanzia Gennaro "il SenzaNome", capoclan di Afragola, che con un commando irrompe nel monastero, uccide le sante donne a mitragliate e porta via i due nostri eroi, direzione Milano.

Renzo, non potendo sapere che la sua amata era ormai divenuta una ninfomane e viaggiava alla sua ricerca con un sifilitico e un camorrista, incontra nel suo vagabondare un gruppo di buskers catalani, i Los Bravos, il cui capo, tale el Grisù (chiamato così per i suoi gravi problemi di aerofagia) lo ospita nel loro tendone, frequentato da prostitute, tossici e sbandati vari, insegnandogli l'arte del giuocare con le clave.

Periglioso fu il viaggio del trio:da Monza a Crema furono perseguitati da Azzecca Bottoni,temibile testimone di Geova,alla fine strangolato da Gennaro.A Sesto S.Giovanni incrociarono Primo Carneade,energumeno calabrese che giusto per non farle perdere esercizio violentò Lucia su un albero mentre Cristobal riprendeva il tutto col suo I-Phone,ma alla fine giunsero presso una strana tendopoli vicina a S.Siro.

Grazie a El Grisù Renzo era ormai diventato un busker molto ricercato, che aveva ritrovato la via dell'eterosessualità grazie a Cecilia, detta "La Peste", una diciassettenne campana tutta peperoncino e lascivia, che l'aveva irretito in un amen. Tutto pareva esser idilliaco quando presso il lercio tendone dei Los Bravos giunse uno strano terzetto: un incartapecorito frate sifilitico, una fu virginea fanciulla mutata dalla vita in ninfomane e un vecchio camorrista sfregiato...

Lo sguardo di Renzo copulante con Cecilia cadde sugli occhi lubrichi di Lucia che saettarono verso di lui appena vistolo. Cecilia capi al volo e si gettò sulla ragazza taglierino in mano, ma venne fermata da Gennaro che le spezzò il polso facendola innamorare di lui all'istante per i modi galanti. Lucia giunse davanti a Renzo e schiaffeggiatolo lo possedette là, mentre Cristobal applaudiva, non sapendo ciò che stava per accadergli.

Lacrime scendevano dagli occhi di padre Cristobal a quella visione: Renzo finalmente violentato da Lucia e Gennaro "Il SenzaNome" e Cecilia "La Peste" in idillio d'amore gli fecero rammentare la sua giovinezza quando, seminarista, nessun bordello di Coimbra era passato indenne dall'instancabile fantino. Troppe furono le emozioni per quel vecchio ormai segnato dalla sifilide, e il cuore gli esplose senza dolore, facendolo cadere nella fanghiglia del tendone.

Cristobal era morto, il suo corpo già roso dai ratti di fogna che vagavano presso il tendone, Renzo e Lucia finalmente riuniti, Gennaro e Cecilia due piccioncini. El Grisù, triste nel vedere la sua famiglia di disperati accattoni sciogliersi, si girò per andarsene, ma in quell'istante apparve Borromea, il viado amato da Renzo, che da sempre segretamente fremeva per lui. Si guardarono, si presero per mano e insieme si mossero verso una nuova vita assieme.

I miei lettori vorranno sapere come finirono le triste storie. Gennaro e Cecilia morirono in un regolamento di conti per lo spaccio di supposte al crac, Borromea e El Grisù coronarono il loro amore gay in quel di Rotterdam. E renzo e Lucia? Beh, Ambrondio, ormai debilitato dall'alzheimer, li sposò, ebbero due bei bimbi, ma Renzo finì per essere schiavizzato da Lucia, novella Semiramìs del Lago di Como...

Questa conclusione, benché trovata da merdosa gente, c'è parsa così giusta, che abbiam pensato di cazzarla qui, come il sugo rancido di tutta la storia. La quale, se non v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta, ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, beh, allora, potete davvero andarvene tutti affanculo!

FINIS

1 commento:

La Cuoca Intollerante ha detto...

ah ah ah!
me li avessero fatti leggere così i promessi sposi magari li avrei letti in un mese e non in 3 anni!

:-)