mercoledì 31 marzo 2010

RECENSIO - A. Nothomb "Le catilinarie"

Mi è venuta voglia di lasciar segno di quanto i miei occhi vedono sui fogli stampati che leggono, anche perchè di mio ho scarsa memoria e rischio di dimenticare in fretta. Quanto fu in passato ormai è andato: parto perciò dall'attualità e dall'ultimo libro letto.

A. NOTHOMB, "Le Catilinarie", Guanda Ed.

Come già i due suoi precedenti lavori letti ("Igiene per l'assassino" e "Metafisica dei tubi"), anche questo riesce a coniugare brevità (visivamente tutti i romanzi della belga francofona appaiono libelli) e profondità di contenuto.
Immaginatevi d'essere due simpatici vecchietti che decidono di passare gli ultimi anni della loro amorevole vita reciproca in pace e tranquillità nella casa dei vostri sogni, per poi scoprire che i soli vostri vicini sono due obesi squilibrati che iniziano a tormentarvi: voi cosa fareste?
Ecco, la Nothomnb parte da questo evento, alla fine avvenibilie a chiunque (alzi la zampetta chi non ha mai avuto vicini detestabili, antipatici, invadenti, e forse noi stessi lo possiamo esser stati per i nostri dirimpettai), per creare la sua solita ridda di eventi tragicomici, di meditazioni sul senso umano e sui rapporti che possono intercorrere tra differenti creature appartenenti alla specie di mammiferi bipedi cui tutti noi apparteniamo.
La vera eroina del romanzo è forse il personaggio più in ombra: la povera Bernadette, prigioniera doppiamente della sua jabbica obesità e del marito ottuso e sottilmente sadico e perfido, che però si dimostrerà il più fragile della storia.
Il protagonista Emile rappresenta altresì un ribaltamento del classico personaggio da romanzo di formazione: non il giovincello ignari della vita, ma l'anziano ricolmo di esperienza e affetti che al limitare della sua esistenza capisce che è giunto il momento di mutar attitudini e abitudini.
Nel complesso un romanzo che si lascia leggere con rapidità e interesse, che lascia sempre quel sottile dispiacere per la sua brevità, che però, ragionandovi, alla fine è un'arma in più in mano al folletto genietto della Nothomb (peccato solo, per mia passione personale, non sia fiamminga!!).

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