lunedì 27 dicembre 2010

LA RICERCA DELLA FELICITA' - Michel Houellebecq


Premetto subito che sarò di parte, dal momento che considero Houellebecq tra i più grandi, se non il più grande, narratore della nostra realtà degli ultimi decenni, meritevoel del Nobel alla letteratura, che però mai riceverà per il suo essere natipatico, restio al mondo e controcorrente.

In questa opera, ultima uscita da Bompinai, sono raccolte, tradotte per la priam volta in italiano,quattro precedenti lavori già editi nella sua Francia, e possiamo definirlal come un contemporaneo prosimetro sul mondo e la sua sofferenza dispiegata. Sì, prosimetro, perchè al suo interno vis ono brani in prosa, brevissimi saggi e lunghe poesie che come un coltello scuoiano, spellano, scavano nei nervi e nella carne dell'autore, uomo tra gli uomini del nostro tempo, perchè tramite dolore e sofferenza il poeta offre se stesso al mondo e agli occhi e alle menti di chi vuole entrare nel suo animo.

Il mondo descritto è lo stesso dei suoi romanzi capolavoro (Le particelle elementari, Estensione del dominio della lotta, La possibilità di un'isola tra i più belli, fondamentali da leggere per una persona di inizio millennio), le temtaiche quelle che da sempre sconvolgono l'uomo: il dolore esistenziale, la fondamentale solitudine umana anche nella compagnia, l'amore come unica via di scampo che però è negato sempre e comunque da una società che vive di lotta sociale, di apparenze, di vacuità degradante.

Forse allora solo il sesso può salvare l'uomo? Il sesso vive, palpita, si annusa in ogni pagian di H., ma è un sesso freddo, tecnico, una mera ginnastica genitale senza slancio, senza scopaggio cerebrale, prima e unica via alla conoscenza reciproca, e che si conclude con un coito glaciale e un allontanarsi immediato dei due corpi.

Quind? Quindi cosa ci resta? Nulal frose, forse il senso di una felicità irraggiungibile, decantata dalle grandi religioni e dalle filosofie, ma alla fine è una felicità che, coem nel supplizio di tantalo, è là a portata di mano, ma una volta sfiorata ci sfigge, evapora, diviene nebbia umana.

Tutte le 400 pagine del libro (saggio? romanzo? raccolta poetica? tutto ciò insieme!) sono da divorarsi come un freddo panino alla cotoletta di uno squallido bar di periferia (che sia Calais, Dignone, Milano, poco cambia), ma due momenti sono defintivi e necessari: la distruzione dei grandi cosiddetti classici (Jacques Prevert è un coglione è il titolo di un devastante mini saggio) e infine, soprattutto, l'agghiacciante teoria/pratica per schedare ogni singolo essere umano adulto, quasi fossimo marionette inutili nelle mani di dei irraggiungibili e sadici, che in chiusura di questa mia recensione credo sia necessario citare.

"Meditando sulla numerizzazione progressiva del mondo, elaboro il progetto di un numero sessuale normalizzato riclacato sul principio del numero della previdenza sociale con 13 cifre. Il sesso sarebbe codifcato su un carattere, l'anno di nascita su due; poi verrebbero la statura e il peso (cinque caratteri). Per le donne, il sistema usuale di misure (giro fianchi-giro vita-giro petto); per quanto riguarda gli uomini lunghezza e diamtero del pene in erezione. Su queste basi, una donna potrebbe essere codificata su 14 caratteri, un uomo su 12 (il che conferma l'opinione corrente sulla maggiore complessità della donna). A mo' di esempio, ecco i numeri sessuali normalizzati di alcuni amici: 159173651704, 26116144875585, 164168581405."

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